venerdì 4 settembre 2009

Livelli di vitamina D negli anziani

Sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism sono stati pubblicati due studi che focalizzano l'attenzione sui livelli di Vitamina D nella popolazione di età avanzata.
Nel primo sono stati misurati i livelli plasmatici di 25-OH-vitamina D in 6000 maschi (età compresa tra 65 e 99 anni) residenti in varie regioni degli USA.
La media plasmatica è risultata essere di 25 ng/ml, ma un quarto dei soggetti presentava valori inferiori a 20 ng/ml. Con analisi multivariate si è constatato che i valori più bassi sono associati con l'età più avanzata, con l'obesità, con l'etnia nera o latina, con il prelievo effettuato durante la stagione invernale e con la residenza a latitudini più alte.
L'uso di integratori contenenti vitamina D oppure il ricorso ad attività fisiche esercitate all'aperto sono invece state le due condizioni che si sono associate ai livelli plasmatici più elevati.
Nel secondo studio alcuni ricercatori olandesi hanno esaminato la relazione tra i livelli plasmatici di Vitamina D ed il metabolismo osseo in 1300 adulti anziani (65-88 anni) scelti casualmente.
I livelli medi di 25(OH)D sono stati di 21 ng/ml, con riscontro di valori inferiori a 20 ng/ml nella metà circa dei soggetti. I risultati dell'indagine ha portato a questi dati:
I livelli di PTH sono inversamente proporzionali ai livelli di Vitamina D, senza alcun effetto plateau;
I marker del metabolismo osseo (osteocalcina e desossipiridolina urinaria) sono inversamente proporzionali ai livelli di 25(OH)D fino a valori di 20 ng/ml; sopra tale valore i marker si stabilizzano su un plateau che non si modifica più;
La densità ossea all'anca è risultata direttamente proporzionale ai livelli di 25(OH)D fino al valore di 20 ng/ml; sopra questo valore, la densità ossea si stabilizza in un plateau fisso.

Il commento a questo articolo:
Entrambi gli studi, anche se realizzati in zone geografiche differenti e lontane, portano agli stessi valori fisiologici di Vitamina D negli anziani.
I fattori che provocano una diminuzione di tali livelli, esaminati nello studio USA, sono già fattori noti anche nelle persone di età più giovane.
Dallo studio olandese emerge che i livelli plasmatici di Vitamina D al di sotto dei quali conviene instaurare un apporto supplementare sono rappresentati da 20 ng/ml di 25(OH)D.

Bibliografia:
Orwoll E et al. Vitamin D deficiency in older men. Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism 2009 Apr; 94:1214
Kuchuk NO et al. Relationships of serum 25-hydroxyvitamin D to bone mineral density and serum parathyroid hormone and markers of bone turnover in older persons. Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism 2009 Apr; 94:1244
(Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism)
fonte: paginemediche.it

mercoledì 2 settembre 2009

OSTEOPOROSI: SCOPERTA PROTEINA CHIAVE

C'è una proteina particolare alla base di una serie di malattie che colpiscono le ossa.
Si chiama regolatore dell'
interferone fattore 8 (IRF-8) e a scoprirla sono stati un gruppo di scienziati della Hartrits and Tissue Degeneration Program presso l'Hospital of Special Surgery di New York City guidati da Baohong Zhao.
In un articolo pubblicato sulla rivista Nature Medicine, i ricercatori hanno spiegato di aver scoperto e definito il ruolo di questa particolare proteina nella perdita di calcificazione delle ossa tipica di alcune malattie.
Si tratta delle malattie che negli StatiUniti vengono definite "gum disease", perchè tendono a ridurre a spugna le ossa.
Sono la parodontite, l'
osteoporosi e l'artrite reumatoide.
Nello specifico i ricercatori hanno scoperto che bassi livelli di produzione di questa particolare proteina portano alla produzione di alcuni tipi di
cellule che poi corrompono la struttura ossea.
"Anche se la nostra scoperta non ci porta ad una immediata prospettiva terapeutica - spiega Zhao - siamo convinti di aver individuato un filone di ricerca nella comprensione di questa malattia molto interessante".

fonte: www.paginemediche.it

lunedì 1 giugno 2009

MAL DI SCHIENA E LAVORO

MAL DI SCHIENA E LAVORO: UNO STUDIO SUI LAVORATORI DELLA CAMPAGNA
Thelin, Journal of Rehabilitation Medicine, 2008

Dal punto di vista del modello tradizionale della lesione, i lavoratori della campagna sono i candidati ideali ai problemi di schiena. Si espongono regolarmente a numerosi fattori di rischio fisici, dal sollevamento e spostamento di carichi pesanti alle vibrazioni dei sedili dei trattori, oltre alle collisioni occasionali con gli zoccoli di cavalli, bestiame, maiali e altri animali della fattoria.Il loro lavoro è a dir poco impegnativo. Si svegliano prima dell'alba e spesso lavorano fino a notte inoltrata. Trascorrono molte ore al sole. Respirano polvere, sostanze chimiche ed esalazioni dei mezzi agricoli.Uno studio prospettico di coorte di lunga durata condotto in Svezia sui lavoratori della campagna ha ottenuto dati interessanti. I messaggi più importanti sono due. Il primo è che un carico di lavoro fisico elevato ha un effetto protettivo: maggiore era il carico di lavoro tra i lavoratori della campagna, minore risultava la prevalenza di mal di schiena. Il secondo è che malgrado la presenza di mal di schiena, i lavoratori della campagna svedesi presentavano livelli decisamente bassi di assenza dal lavoro e di disabilità a lungo termine.