L'uso dei bisfosfonati è stato recentemente associato con l'osteonecrosi della mandibola. L'incidenza maggiore è stata registrata con zoledronato e pamidronato utilizzati per via endovenosa. Con il termine osteonecrosi si intende la morte di una porzione di osso che determina una riduzione della densità ossea. Anche se nella maggior parte dei casi questa complicanza si è verificata con i bisfosfonati per via endovenosa, pure i bisfosfonati orali sono stati implicati. Tra i fattori di rischio emersi dai casi studiati viene segnalata l'estrazione dentaria o traumi a carico della mandibola con esposizione di parti di tessuto osseo.
E' difficile poter determinare l'esatta incidenza dell'osteonecrosi della mandibola nella popolazione generale dei pazienti trattati con bisfosfonati; tuttavia se consideriamo i pazienti neoplastici l'incidenza è circa del 6-7%.
Nei pazienti oncologici viene raccomandata la sospensione della la terapia endovenosa con bisfosfonati prima di eseguire trattamenti odontoiatrici. La sospensione dei bisfosfonati orali non è al momento accettata da tutti dal momento che non è ancora sicuro che tale procedura sia efficace nel ridurre il rischio della osteonecrosi della mandibola.
La terapia di questa condizione patologica non è ancora ben stabilita e quindi tutti gli sforzi devono essere orientati verso la prevenzione che consiste in una buona igiene orale e un monitoraggio periodico dall'odontoiatra. Le evidenze attuali prevedono come trattamento interventi chirurgici di pulizia associati a uso di antibiotici locali e sistemici.
E' difficile poter determinare l'esatta incidenza dell'osteonecrosi della mandibola nella popolazione generale dei pazienti trattati con bisfosfonati; tuttavia se consideriamo i pazienti neoplastici l'incidenza è circa del 6-7%.
Nei pazienti oncologici viene raccomandata la sospensione della la terapia endovenosa con bisfosfonati prima di eseguire trattamenti odontoiatrici. La sospensione dei bisfosfonati orali non è al momento accettata da tutti dal momento che non è ancora sicuro che tale procedura sia efficace nel ridurre il rischio della osteonecrosi della mandibola.
La terapia di questa condizione patologica non è ancora ben stabilita e quindi tutti gli sforzi devono essere orientati verso la prevenzione che consiste in una buona igiene orale e un monitoraggio periodico dall'odontoiatra. Le evidenze attuali prevedono come trattamento interventi chirurgici di pulizia associati a uso di antibiotici locali e sistemici.
L'osteonecrosi della mandibola è una possibile complicanza della terapia cronica con bisfosfonati. Il riconoscimento di questa problematica ha scatenato un allarmismo generalizzato sia tra i medici che tra i pazienti sul trattamento con questi farmaci.
E' importante fare a tale proposito alcune considerazioni. Il problema è emerso con i bisfosfonati per via endovenosa (in particolare zoledronato e pamidronato) e in pazienti oncologici. Sono state poi pubblicate rare segnalazioni di osteonecrosi della mandibola in corso di terapia con bisfosfonati orali per l'osteoporosi.
Tuttavia non è ancora chiarito se l'incidenza di questo evento nei pazienti osteoporotici trattati con bisfosfonati sia differente da quella della popolazione generale. Il dosaggio di bisfosfonati utilizzato per la prevenzione e il trattamento delle metastasi ossee è da 8 a 10 volte superiore a quello utilizzato nella comune pratica clinica nell'osteoporosi. Il dosaggio del farmaco e la durata del trattamento (l'osteonecrosi è sempre comparsa dopo trattamenti prolungati) potrebbero essere alcuni dei fattori favorenti. I pazienti oncologici presentano inoltre, a causa dei trattamenti chemioterapici e radioterapici concomitanti e dell'immunosoppressione, alterazioni della mucosa buccale e della flora batterica residente. Appare sempre più evidente come l'infezione (è stato pubblicato recentemente uno studio in cui viene sottolineato il ruolo degli actinomiceti) possa giocare un ruolo fondamentale della patogenesi dell'osteonecrosi della mandibola. Emerge inoltre chiaramente come un trauma locale (estrazione dentaria, manovra odontoiatrica, traumi…) sia il fattore scatenante.
Sulla base delle evidenze attualmente disponibili per la prevenzione dell'osteonecrosi della mandibola vengono attualmente raccomandati il mantenimento di una corretta igiene orale e la sospensione del trattamento con bisfosfonati per via endovenosa nei pazienti oncologici in previsione di estrazioni dentarie o manovre odontoiatriche maggiori. Nei pazienti osteoporotici in trattamento con bisfosfonati ai dosaggi terapeutici per questa malattia non viene raccomandata al momento alcuna precauzione particolare.
Tuttavia non è ancora chiarito se l'incidenza di questo evento nei pazienti osteoporotici trattati con bisfosfonati sia differente da quella della popolazione generale. Il dosaggio di bisfosfonati utilizzato per la prevenzione e il trattamento delle metastasi ossee è da 8 a 10 volte superiore a quello utilizzato nella comune pratica clinica nell'osteoporosi. Il dosaggio del farmaco e la durata del trattamento (l'osteonecrosi è sempre comparsa dopo trattamenti prolungati) potrebbero essere alcuni dei fattori favorenti. I pazienti oncologici presentano inoltre, a causa dei trattamenti chemioterapici e radioterapici concomitanti e dell'immunosoppressione, alterazioni della mucosa buccale e della flora batterica residente. Appare sempre più evidente come l'infezione (è stato pubblicato recentemente uno studio in cui viene sottolineato il ruolo degli actinomiceti) possa giocare un ruolo fondamentale della patogenesi dell'osteonecrosi della mandibola. Emerge inoltre chiaramente come un trauma locale (estrazione dentaria, manovra odontoiatrica, traumi…) sia il fattore scatenante.
Sulla base delle evidenze attualmente disponibili per la prevenzione dell'osteonecrosi della mandibola vengono attualmente raccomandati il mantenimento di una corretta igiene orale e la sospensione del trattamento con bisfosfonati per via endovenosa nei pazienti oncologici in previsione di estrazioni dentarie o manovre odontoiatriche maggiori. Nei pazienti osteoporotici in trattamento con bisfosfonati ai dosaggi terapeutici per questa malattia non viene raccomandata al momento alcuna precauzione particolare.