Ictus, il cervello è in grado di autoripararsi
Ictus: due sono i modi per fare in modo che uccida meno persone: sottoporre in tempi brevi ad una terapia di farmaci adeguati come i trombolitici (che in molti casi può significare il ritorno ad una vita normale) e sfruttare le capacità del cervello di auto-ripararsi, “mettendo al lavoro” le cellule progenitrici immature presenti anche nel cervello adulto e indirizzandole a generare nuove cellule nervose.
Lo dice la Stroke Alliance for Europe (SAFE), organizzazione che riunisce 20 Associazioni di pazienti colpiti da ictus in 17 Paesi europei. Domenico Inzitari, presidente del The Italian Stroke Forum, e direttore della Stroke Unit presso l’Azienda Ospedaliera - Universitaria “Careggi” a Firenze: “L’ictus ha al giorno d'oggi assunto proporzioni pari a quelle di un’epidemia mondiale e in Italia non possiamo che segnalare una scarsa consapevolezza del problema a tutti i livelli, oltre a constatare che, in molti ospedali italiani, il paziente arriva spesso in ritardo e non è curato come dovrebbe”. Uno dei più grandi problemi da risolvere è la differenza in termini di assistenza che ancora esiste in Italia a seconda delle regioni nelle quali ci si cura. Su cosa si punta ora? Sul fatto che dopo una lesione ischemica cerebrale, alcune cellule che stanno intorno alla zona lesa emettono una sorta di segnale di allarme che induce altre cellule ad attivarsi per riparare il danno.
mercoledì 5 novembre 2008
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