mercoledì 29 febbraio 2012

PPI aumentano di un terzo il rischio di fratture dell'anca nella donna in menopausa
Khalili H. et al, Use of proton pump inhibitor and risk of hip fracture in relation to dietary and lifestyle factors: a prospective cohort study, BMJ 2012


Le donne in postmenopausa che assumono regolarmente farmaci inibitori di pompa protonica (IPP) presentano un rischio più elevato di presentare una frattura dell'anca, specialmente se sono state fumatrici. E' quanto emerso da uno studio pubblicato sul BMJ.

In particolare, nelle pazienti in terapia con IPP da almeno due anni il rischio di presentare una frattura dell'anca era superiore del 35% rispetto  alle donne che non facevano uso di tali medicinali (HR 1,35 IC 95% 1,12-1,62, P<0,01). Inoltre, il rischio aumentava del 50% se le pazienti erano state fumatrici (HR 1,51 IC 95% 1,20-1,91).

Gli esperti hanno analizzato i dati di 79.899 donne in postmenopausa  che avevano partecipato al Nurses' Health Study e che avevano risposto a questionari somministrati ogni due anni riguardanti la salute e lo stile di vita. Complessivamente il follow up era di 565.786 persone/anno.
Dall'analisi è emerso che dal 2000 al 2008 l'uso di IPP era aumentato dal 6,7% al 18,9%.  Durante il follow-up si sono verificate 893 nuove fratture dell'anca su 600mila persone/anno.
Il rischio assoluto di presentare una frattura dell'anca per le donne che avevano assunto regolarmente IPP era di 2,02 per 1.000 persone/anno, rispetto a 1,51 per 1.000 persone/anno delle donne che non avevano fatto uso di tali medicinali.
Inoltre, il rischio sembrava essere limitato alle fumatrici o alle donne che erano state fumatrici in passato, in quanto l'HR aggiustato tra le donne che non avevano mai fumato era 1,06 (IC 95% 0,77-1,46, non significativo).

Secondo gli esperti il legame tra fratture e fumo era dovuto agli effetti di quest'ultimo sul calcio. Il fumo e l'uso di IPP possono avere un effetto sinergico sul rischio di frattura in quanto riducono l'assorbimento del calcio.
L'associazione tra aumento del rischio di frattura dell'anca e IPP si è mantenuta anche dopo l'aggiustamento per diversi fattori come  l'indice di massa corporea (HR 1,45 IC 95% 1,21-1,73), l'assunzione di calcio (HR 1,35 IC 95% 1,12-1,62) o l'uso di terapie ormonali o con corticosteroidi (HR 1,36, IC 95% 1,13-1,63).
Il rischio di frattura dell'anca aumentava in base alla durata della terapia con IPP: due anni (HR 1,36 IC 95% 1,12-1,65), quattro anni (HR 1,42 IC 95% 1,05-1,93), dai sei agli otto anni (HR 1,55 IC 95% 1,03-2,32).

Comunque, l'aumento del rischio di frattura dell'anca non era più significativo a due anni dall'interruzione della terapia con IPP.

L'aumento del rischio non dipendeva dalle patologie per le quali venivano usati gli IPP (ulcera peptica, bruciore di stomaco o reflusso acido).
Gli esperti non hanno osservato alcuna variazione del rischio in base all'uso di farmaci per la prevenzione delle fratture come terapia ormonale sostitutiva, bifosfonati, corticosteroidi o diuretici tiazidici (HR 1,36 IC 95% 1,13-1,63).
Combinando i risultati con quelli di altri 10 studi l'OR per il rischio di frattura dell'anca era di 1,28 (IC 95% 1,19-1,37).

Punti di forza dello studio includevano l'accurata modalità di raccolta di dati prospettici e la disponibilità di informazioni validate circa la presenza di possibili fattori confondenti, quali il BMI, l'suo di ormoni per la terapia della menopausa, l'abitudine al fumo da sigaretta, l'assunzione di farmaco o integratori a base di calcio e l'attività fisica.
Le limitazioni del trial comprendono il fatto che l'end point (la frattura d'anca) fosse basato sulla auto dichiarazione del paziente, senza altri riscontri, e la mancanza di informazioni circa la tipologia di PPI utilizzata e il relativo dosaggio.
I ricercatori hanno concluso che  I loro risultati confermano la decisione dell'Fda che nel maggio del 2010 ha fatto inserire nel foglio illustrativo del farmaco la  specifica che gli inibitori della pompa protonica (PPI) possono aumentare il rischio di fratture vertebrali, all'anca e al polso se assunti ad alte dosi o in modo prolungato. La decisione riguarda sia i PPI da prescrizione sia le versioni da banco di alcuni di questi farmaci.

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